Vecchi gettoni telefonici: la classifica di quelli che valgono più di tutti

Chi oggi ha superato i quarant’anni ricorda perfettamente i gettoni telefonici, autentici protagonisti – a volte amati, a volte odiati – delle telefonate pubbliche di una volta, che fossero conversazioni di lavoro, chiamate d’emergenza o semplici chiacchierate con amici e parenti. La produzione di questi gettoni da parte della SIP si è interrotta nel 1983, ma essi hanno continuato a essere utilizzati e a circolare nelle tasche degli italiani fino al 2001. Con l’introduzione dell’euro e il conseguente cambiamento del sistema monetario, i gettoni sono stati definitivamente sostituiti dalle più moderne schede telefoniche, segnando così la fine di un’epoca.

Nonostante siano ormai scomparsi dall’uso quotidiano, i gettoni telefonici sono diventati oggetti di grande interesse per collezionisti, appassionati di numismatica e anche per chi è semplicemente affascinato dalla storia e dalla cultura italiana. Oggi, questi piccoli dischi metallici possono raggiungere valori di mercato davvero notevoli. Dal punto di vista estetico, i gettoni si distinguono per la loro forma simile a una moneta, caratterizzata da scanalature centrali che servivano a facilitarne l’inserimento nei telefoni pubblici. È interessante ricordare che la prima compagnia telefonica italiana a produrli si chiamava Stipel, un nome che ha segnato l’inizio di questa lunga tradizione.

Fu proprio la Stipel, infatti, a introdurre i gettoni telefonici nel lontano 1927. Nel corso dei decenni, con il susseguirsi delle diverse denominazioni societarie – da Teti a SIP – anche il valore nominale dei gettoni subì delle variazioni: inizialmente fissato a 30 lire, fu poi portato a 50 lire, successivamente a 100 lire nel 1980 e infine a 200 lire nel 1984, sempre in linea con l’adeguamento delle tariffe telefoniche dell’epoca. Questo continuo aggiornamento rifletteva l’evoluzione economica e sociale del Paese.

Annata ed errori di conio

Quando si cerca di stabilire il valore di un gettone telefonico, l’anno di emissione rappresenta generalmente il fattore più importante e determinante. Tuttavia, ci sono altri elementi che possono incidere sul prezzo, come ad esempio la presenza di errori di conio in alcune tirature limitate, che magari sono state successivamente ritirate per essere corrette. In linea di massima, più alto è il numero di gettoni prodotti in un determinato anno, minore sarà il loro valore sul mercato collezionistico.

Possiamo quindi affermare che il valore di un gettone è spesso inversamente proporzionale alla sua tiratura: meno esemplari sono stati realizzati, più il pezzo diventa raro e ricercato. Un esempio lampante è rappresentato dal gettone Stipel del 1927: anche se dovesse presentare segni evidenti di usura, il suo valore di base si aggira attorno ai 60 euro, mentre per gli esemplari meglio conservati si può arrivare facilmente a 100 euro.

Se poi si ha la fortuna di possedere un gettone del 1927 in condizioni eccezionali, quasi come appena uscito dalla zecca – quello che in gergo numismatico si definisce “Fior di Conio” – il valore può salire vertiginosamente, arrivando a sfiorare i 900 euro. Tuttavia, pur essendo il più antico tra i gettoni telefonici italiani, quello del 1927 non detiene il primato assoluto in termini di valore: esistono infatti annate successive ancora più rare e preziose.

Da Timo a Teti

Nel periodo compreso tra il 1928 e il 1932, furono emessi gettoni telefonici da parte di altre compagnie, come Timo e Telve. Un gettone prodotto dalla Timo nel 1928, quindi solo un anno dopo la primissima emissione Stipel, può raggiungere quotazioni davvero elevate: se ben conservato, il suo valore può arrivare addirittura a 1300 euro, mentre anche gli esemplari più vissuti non scendono mai sotto i 200 euro.

Per quanto riguarda i gettoni Telve del 1932, il loro valore è leggermente inferiore rispetto ai Timo, ma resta comunque significativo: possederne uno può significare avere tra le mani una piccola fortuna di circa 350 euro. Se invece si scoprono in soffitta dei gettoni Set risalenti al 1934, è bene non sottovalutarli: ogni singolo pezzo può infatti valere intorno ai 150 euro, rendendo la ricerca ancora più interessante.

I gettoni Teti del 1935 sono considerati autentici pezzi di storia e, per questo motivo, vengono valutati come oggetti di medio-alto valore, soprattutto se si dispone di più esemplari da proporre in vendita contemporaneamente. Il prezzo di mercato per questi gettoni parte da circa 30 euro per quelli molto usurati, ma può salire fino a 200 euro per gli esemplari in condizioni buone o ottime, confermando così il loro interesse tra i collezionisti.

Il tempo perde valore… o no?

Le annate considerate più fortunate per trovare gettoni telefonici rari e preziosi non vanno oltre il 1935, ma esistono alcune eccezioni degne di nota che meritano di essere menzionate. Se infatti tra il 1936 e il 1982 non si segnalano emissioni particolarmente interessanti dal punto di vista collezionistico, basta tornare ai primi anni di produzione per imbattersi in alcuni gettoni privi di logo, che rappresentano delle vere e proprie rarità.

In questi casi, il numero di serie inciso sul gettone può fare la differenza tra un oggetto di scarso valore e un pezzo da collezione molto ricercato. Per questo motivo, è consigliabile munirsi di una buona lente d’ingrandimento e di una fonte di luce intensa, così da poter individuare con precisione il numero di serie e stabilire se si è in possesso di un gettone che vale appena 50 euro o se, invece, si può arrivare a cifre ben più alte, fino a 300 euro.

I gettoni con numero di serie 7607, se mantenuti in condizioni ottimali, possono essere valutati fino a 30 euro ciascuno. Il gettone 7809, prodotto nel 1978, pur avendo un aspetto piuttosto comune, può raggiungere un valore compreso tra i 5 e i 15 euro, a seconda dello stato di conservazione. Analogo discorso vale per il 7905 dell’anno successivo, anche se la presenza di errori di conio può far aumentare sensibilmente il valore di questi esemplari.

Gettoni sì, gettoni no

In definitiva, possedere dei gettoni telefonici può rivelarsi una fonte di guadagno interessante, a patto di conoscerne il valore reale oppure, meglio ancora, di farli valutare da un esperto del settore. Ad esempio, un gettone con la sigla 7110 può arrivare a valere fino a 70 euro, mentre quello con la sigla 7304 può essere stimato intorno ai 60 euro. Anche la sigla 7704 rappresenta una buona opportunità per chi vuole monetizzare la propria collezione.

La sigla 7704, infatti, insieme alla 7412, può fruttare fino a 50 euro ciascuna, mentre la 6504 si attesta su un valore leggermente inferiore, circa 45 euro. È importante prestare attenzione anche alle sigle 7803 e 7901, che possono valere rispettivamente 20 e 18 euro. Il valore scende nuovamente a 15 euro per la sigla 8011, mentre per la 7502 si arriva a circa 10 euro. In ogni caso, una valutazione accurata può riservare piacevoli sorprese.

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